
Il team di eChlorial ha incontrato George Garcia, creatore della “Phytotière”! Intervista tratta dal libro “Savez-vous goûter… les algues?
Georges Garcia è ingegnere e filosofo di formazione. Pierre Mollo gli ha trasmesso la passione per il plancton e, dal 2010, attraverso lo sviluppo delle “phytotières”, spera di rendere la spirulina e le microalghe un alimento per tutti, attraverso la produzione locale. Questo progetto ha portato alla creazione dell’associazione La Voie bleue e dell’azienda Alg & You, che nel 2014 e nel 2015 ha vinto un premio al World Innovation Contest 2030 nella categoria “Proteine vegetali”.
Seguendo le orme di Parmentier con la patata nel 18° secolo, questo nativo di Tolosa sta conducendo una campagna per portare le microalghe sulle nostre tavole in Francia e altrove. Vuole collaborare con aziende, ONG, laboratori, ristoratori e appassionati per rendere queste microalghe accessibili ai nostri portafogli e alle nostre aspettative culinarie. Per fare ciò, dobbiamo escogitare modi per coltivarle, facendo buon uso della tecnologia e affidandoci alle nostre capacità individuali e collettive per soddisfare il nostro fabbisogno alimentare.
Cosa le fa pensare che sia arrivato il momento delle microalghe?
La malnutrizione colpisce più di 800 milioni di persone. Le popolazioni sono sempre più urbane e non hanno accesso alla terra. Le carenze di ferro, vitamina A e iodio colpiscono 2,5 miliardi di esseri umani! A causa della crescita demografica, il nostro consumo di proteine aumenterà del 40% da oggi al 2030, un livello che sarà difficile da raggiungere senza aggravare la malnutrizione se non ci concentriamo sulle proteine vegetali. Tre microalghe sono attualmente autorizzate al consumo e molte altre potrebbero esserlo in futuro. Spirulina e clorella sono campioni quando si tratta di proteine idealmente assimilabili (la spirulina biologica può produrre 200 volte di più della carne bovina per unità di superficie!) e l’Odontella produce gli omega-3 che cerchiamo all’altro capo della catena alimentare quando il primo anello della catena li contiene già.
Quali sono gli ostacoli da superare prima che le microalghe raggiungano i nostri piatti?

Il cambiamento duraturo delle abitudini alimentari è sempre un processo lento. Le microalghe hanno anche una forte connotazione simbolica: crescono in un substrato insolito, l’acqua, e sono invisibili a occhio nudo… È quindi interessante coinvolgere gli chef e dare a tutti i creativi la possibilità di immaginare ricette in linea con il loro universo gastronomico. E poi svilupperemo l’accesso alle microalghe in forma fresca, e non solo in quella disidratata venduta oggi. Le uova, le verdure e la carne che compriamo contengono il 65-90% di acqua, quindi perché disidratare la spirulina? In forma fresca, può essere conservata per una settimana in frigorifero e ha l’aspetto di una crema da spalmare. La tavolozza aromatica più sfumata del prodotto fresco, la sua consistenza interessante e le sue proprietà di miglioramento del gusto e di correzione dell’acidità ne fanno un ingrediente discreto al palato, a metà strada tra un fromage frais e un tuorlo d’uovo. Questo alimento del futuro, ricco di pigmenti, è ricco di colori… ma anche di nutrienti essenziali!
La yogurtiera al fitoplancton
Che ne dite di coltivare le alghe in casa per nutrirvi? Prodotte per lo più in grandi quantità nelle mega-fattorie, le microalghe vengono sottoposte al processo di essiccazione prima di essere confezionate e spedite ai punti di distribuzione. La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) chiede lo sviluppo della coltivazione di spirulina su piccola scala, così come incoraggia la delocalizzazione della produzione alimentare.
Quindi, quando vedremo i giardini di plancton sui nostri balconi o sui tetti dei nostri edifici? Ciò che oggi sembra futuristico potrebbe diventare una pratica innovativa nel prossimo futuro, e il progetto del vivaio potrebbe dare il via a questo processo. Basandosi sul principio che le microalghe si sviluppano facilmente e hanno bisogno di un piccolo volume d’acqua per crescere, l’azienda Alg & You sta attualmente lavorando alla progettazione di un sistema per la produzione di microalghe a scopo alimentare, noto come “phytotière”. Ad esempio, una phytotière da 10 litri genererà 20 g di pasta di spirulina fresca al giorno.
Il nome “phytotière” è stato scelto per analogia con la yogurtiera. Anche lo yogurt è la coltura di un microrganismo (lievito) e, fino agli anni ’50, era venduto solo in farmacia. Poi è diventato il dessert che conosciamo, soprattutto grazie alle famose yogurtiere.
Da qui le prospettive della spirulina e della clorella, ancora confinate negli scaffali delle parafarmacie e dei negozi di alimenti naturali. Quanto tempo ci vorrà perché rivelino il loro potenziale come ingredienti alimentari?
La via blu
In un momento in cui la rivoluzione verde in agricoltura mostra i suoi limiti in termini di contaminazione e impoverimento del suolo, ci sono altre strade da esplorare, come la “via blu”, il colore del nostro pianeta e degli oceani. Alcune specie di microalghe si stanno rivelando molto interessanti per la nostra alimentazione. L’agricoltura con le microalghe è possibile e auspicabile? La gastronomia a base di microalghe è auspicabile? La Voie bleue è il nome di un’associazione nata nel 2013; presto sarà anche il nome di un marchio che riconosce la dimensione sociale e ambientale delle iniziative che facilitano l’accesso alle microalghe per l’alimentazione. Piattaforma collaborativa, l’associazione riunisce un’ampia gamma di attori pronti a sviluppare, sotto forma di patrimonio comune, le conoscenze necessarie per creare nuove filiere alimentari che rendano le microalghe accessibili al maggior numero possibile di persone, soprattutto quelle più svantaggiate.